Loro by Kay Dick

Loro by Kay Dick

autore:Kay Dick [Dick, Kay]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788833894089
Google: SqdvzwEACAAJ
editore: Minimum Fax
pubblicato: 2022-03-15T10:23:32+00:00


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Un giorno spensierato

Era un giorno spensierato. Il vento, lieve e morbido sulla pelle, accentuava il calore del sole invece che attenuarlo. Piume di onde spumeggianti affioravano sul mare come pittura fresca. Un giorno per innamorarsi. Mi tolsi le scarpe da ginnastica, rimboccai i pantaloni fino al ginocchio, immersi i piedi nell’acqua. Sollevai il mio cane, lo lanciai tra le onde e lo guardai nuotare verso la riva. Un giorno per innamorarsi. I ricordi stimolavano l’immaginazione. Tanto tempo prima c’era così tanto libero arbitrio. Un tempo per sorridere e cantare al mattino. Una tale quiete nel vivere. Con le mani mi buttai l’acqua sul volto e leccai il sale. Una sensazione di brama sessuale. Scavai un po’ nella sabbia sott’acqua e pescai una conchiglia a forma di utero. Un souvenir di questo giorno spensierato. Un simbolo che sarebbe servito a bilanciare i mesi di dolore.

«Ehi, ciao», gridò una voce nella mia direzione.

Sebastian corse giù lungo il pendio per salutarmi.

«Sono appena arrivato», disse.

Scalciò via i sandali e mi raggiunse. Passeggiammo a riva, imprimendo le nostre orme nella sabbia, tra le onde che si infrangevano ai nostri piedi. Avvicinandoci agli scogli saltammo di masso in masso facendo a gara a chi era più veloce, come bambini. Scivolai e caddi in una delle pozze. Lungo la gamba mi scorreva del sangue, rosso acceso. Sebastian mi porse il suo fazzoletto. Non mi faceva male. Rifiutai il fazzoletto, lavai il taglio con l’acqua verde della pozza. Era astringente e mi rinfrescò.

«Non preoccuparti», dissi. «Siamo tutti feriti».

Sebastian insisteva perché bendassi il taglio.

«È bello sapere che si può sanguinare», dissi. «È quasi inebriante».

Sebastian mi abbracciò forte. «È un giorno per tornare a sentire», disse.

Ci rimettemmo le scarpe e passeggiammo sulla sabbia.

«Ieri ho chiesto a Fiona di sposarmi», disse. «Non vuole lasciare il ritiro».

«Oddio!» Gli toccai un braccio.

«Non preoccuparti», rise. «Siamo tutti feriti».

«Ma perché?», chiesi.

«Paura, forse». Sebastian si sedette. «Nei ritiri instillano la paura. Paura del mondo esterno. Nei ritiri nulla può farti del male. Garantiscono un rapido acclimatamento alla perdita dell’identità».

«E l’identità è un pericolo?» Sapevo che era così.

«È aperta al pericolo. Costantemente vulnerabile. I ritiri offrono pace, o forse dovremmo dire una bolla di invulnerabilità». Lanciò un ciottolo nel mare. «Io non voglio ancora arrendermi», disse.

«Nemmeno io». Gli porsi la mano per tirarlo su. «Dai, su, facciamo un po’ i ribelli. C’è un ritiro a un miglio da qui. Ci andiamo? Mi hanno detto che i visitatori sono i benvenuti. C’è sempre la possibilità che qualcuno decida di rimanere». Risi della mia immaginazione così vivida.

«Anche io ho fatto voli con la fantasia», disse Sebastian. «Non posso contattarla. Le mie lettere rimangono senza risposta. Eppure ogni giorno le chiedo di sposarmi, nella mia mente». Si voltò e gridò rivolto al mare: «Fiona mi vuoi sposare? Fiona, sposami, ti prego!»

Mi unii alla sua fantasticheria. «Fiona», gridai al mare. «Ti prego, sposa Sebastian. Ti costruirà una casa fatta di colori che affaccia su un porto di gioia!»

Sebastian perse tutta l’euforia. «Lo sai qual è il mio prossimo lavoro? Adesso, sul mio tavolo da disegno?» Sebastian fa l’architetto.



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